Il genitore di campagna e il genitore di città

Vorrei sottoporvi un quesito che mi tormenta da molto tempo: ma è proprio vero che nella grande città è tutto più bello, che ci sono più stimoli, che i figli hanno più possibilità e crescono più svegli?. Oppure, si potrebbe anche dire: è proprio vero che in provincia (o in un paese, o in campagna) è tutto più a misura d’uomo, che i bambini sono più sereni e protetti e che in fondo, dalla cultura agli svaghi, non manca niente?

Insomma, chi sta in città dice che non c’è paragone, che non ci si annoia mai, che, sì, magari bisogna fare tante file e c’è traffico, ma in compenso c’è tutto per tutti i gusti, che puoi fare tante amicizie e che i tuoi figli hanno a disposizione le scuole migliori, centri sportivi all’avanguardia e tanto divertimento.

Dall’altra parte c’è la provincia, che per me è in parte anche un meccanismo misterioso, dove la gente dice che si sta tanto bene e che non se ne andrebbe mai, che la città è caotica e spaventosa e che, in fondo, nei piccoli centri ormai c’è tutto e ci si vuole anche più bene.

Insomma, mi aiutate a capirci qualcosa? Perché un’idea dei limiti dell’una e dell’altra situazione me la sono anche fatta. Ma preferirei confessarvela dopo aver letto le vostre opinioni, da genitori, insegnanti, cittadini ecc…

Vi aspetto numerosi in sala commenti, ciao!

Leggi anche:

Campagna e città: concludiamo il discorso?

Informazioni su tatagioiosa

Dentro di me sono sempre stata una tata, fin da bambina quando accudivo e cullavo le bambole come se fossero vere. Nel frattempo ho girato il mondo, ho scritto e letto tanto per lavoro e per passione, ho cresciuto e sto crescendo figlie insieme ad uomo davvero speciale. La tata che è in me mi ha portato su una nuova strada, fatta di asili, filastrocche, gesti sensati, lontani dalla quotidianità come la conosciamo tutti.
Questa voce è stata pubblicata in La giornata e contrassegnata con , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

10 risposte a Il genitore di campagna e il genitore di città

  1. Geillis ha detto:

    Io ho un amico che vive nelle vicinanze di Firenze, diciamo all’altezza di Fiesole ma sul fronte opposto: è praticamente in campagna, ma a dieci chilometri dalla città, dove lavora…secondo me, sarebbe la soluzione ideale, perchè si ha praticamente sia la natura che la città, non ti pare? Purtroppo, questa soluzione è fattibile solo con città non enormi, in una megalopoli come Roma non è possibile, per uscire fuori città devi farti 40 chilometri, mica dieci!

    • tatagioiosa ha detto:

      Sì, credo sia bellissimo. A proposito di Firenze, devo dire che mi ha fatto una certa impressione notare che i fiorentini non abitano più al centro storico e che questo sia ormai invaso da stranieri residenti e turisti. Una città che ha una storia così rappresentativa del nostro Paese è ormai ostaggio di chi se la può permettere, diciamo solo economicamente.

      Qualcuno vuol dire la sua sull’abitare nelle immediate vicinanze di una città?

  2. Palmy ha detto:

    Io città da quando sono nata, ho molto apprezzato il poter muovermi a piedi e quindi una certa indipendenza già prima di avere la patente… anche ora abitiamo in città… certo, l’estate dell’anno scorso passata in un borgo di pescatori con il mare alla distanza di tre passi (solo attraversare la stradina) mi ha fatto apprezzare la tranquillità e la natura… ma non so se ci vorrei abitare tutto l’anno…

    • tatagioiosa ha detto:

      Insomma, città a misura d’uomo dove ci si può muovere anche a piedi, mi pare di capire. Per poi apprezzare, di tanto in tanto, anche la tranquillità della natura. Grazie, Palmy, è una chiave molto interessante…

  3. Francesca ha detto:

    Io ho sempre desiderato vivere in campagna e fra pochissimi mesi coronerò il mio sogno. Andrò a vivere più che in campagna, in una casa sulle colline, in un borghetto di tre case, dove sulla strada passano solo le macchine dei residenti nel paesino più a monte e dove il silenzio regna sovrano e l’aria è talmente pura da farti girere la testa come un bicchiere di vino… Questo ho cercato per anni e questo avrò molto presto.
    Ci saranno dei “contro”, non me lo nascondo. I ragazzi da portare a scuola in città ogni mattina perchè non vogliono lasciare i loro compagni, un certo isolamento, il fatto che per fare qualsiasi cosa devi vincere la pigrizia e prendere la macchina… Ma in fondo che cosa cambierà? I ragazzi li devo portare a scuola comunque, immergendomi nel traffico della mattina che è pazzesco… A volte anche qui in città mi sento isolata e in trappola, non conosco i vicini, non mi salutano nonostante i miei sforzi per intavolare un rapporto, sono tutti arrabbiati e di fretta, tutti diffidenti e impauriti… Certo, in città ho il teatro a duecento metri, il supermercato a 50, le piste ciclabili e il centro pedonale… E allora?
    Che cosa mi impedisce di avere ottimi rapporti sociali anche nella mia casa in campagna? Anzi, magari sarà pure meglio, quando verranno gli amici quest’estate, nel tentativo di sfuggire all’afa cittadina. Chi mi impedisce di fare amicizie con la vicina di casa che ha la vigna vicino al mio orto e magari insegnerà a me, cittadina pentita, come si cimano i pomodori e come si pota il melo?
    Si dice che la vita di città ha cambiato la nostra natura. E’ vero. Io voglio tornare alle origini, riscoprirle, riimpossessarmene… e questo è un tesoro che vale molto di più di tutto quello che una grande o piccola città potrà mai offrirmi!!!
    E per i miei figli sarà meraviglioso imparare insieme a me a riconoscere le piante spontanee, a coltivare l’orto e il frutteto, a fare le marmellate e a passeggiare negli immensi boschi che si estendono a perdita d’occhio a 50 metri da casa… la stessa distanza del supermercato adesso, ma vuoi mettere la differenza???
    Un bacio
    Francesca

    • tatagioiosa ha detto:

      Già, è proprio una bella differenza, come negarlo? Il bello del web è che si può continuare a seguirti e sapere come è andata… In bocca al lupo e grazie del prezioso contributo.

  4. Geillis ha detto:

    Io sono nata a Trastevere e ci ho abitato 30 anni, praticamente il cuore di Roma, e devo ammettere che abitare ad un passo da tutto, arte, cultura, librerie, cinema e teatri, mi ha aiutato a crescere. Questo amore mi ha portato a viaggiare, anche da sola, a trovarmi bene in grandi città come Parigi, a muovermi ovunque, ma mai assuefatta alla bellezza, mai stanca di imparare. D’altra parte, una grande città non aiuta per quanto riguarda le relazioni sociali, è difficile conciliare gli impegni, solo per vedersi bisogna prendere appuntamento una settimana prima…mia madre, che ora abita in un paesino a 70 chilometri da Roma, ha trovato un mondo diverso, solidale, praticamente una famiglia di adozione, che le è stata accanto nei momenti più bui…che dire? Ogni cosa ha i suoi pro e i suoi contro…forse un giorno anch’io deciderò di andare a vivere in campagna, nella natura, col giardino e tanti animali, ma ora non ne ho il coraggio, ancora no…

    • tatagioiosa ha detto:

      Perfetta descrizione della realtà di Roma e della sua provincia. Almeno, io mi ci ritrovo in pieno, in tutti i suoi pro e contro. Sapevo che il tuo contributo sarebbe stato determinante!

  5. Lizzina ha detto:

    Per quanto ci riguarda noi viviamo in una cittadina attaccata a Milano. Qui non manca niente, è una cittadina abbastanza grande dove troviamo tutte le comodità ed i servizi di cui si possa aver bisogno. Io sono nata qui e lo trovo un posto a misura d’uomo. A casa abbiamo anche la grande fortuna di avere un bel girardino che, per Tia, è una vera benedizione. Mio marito è nato ed ha sempre vissuto a Milano. Lui adora la sua metropoli, ogni tanto gli manca, proprio per le motivazioni che tu elenchi nel tuo post: c’è di tutto e di più, tante possibilità, tante occasioni. Io però sogno una casa in campagna, sogno il verde e gli spazi aperti, la natura, la mancanza di traffico. Insomma, io sono assolutamente per la vita di campagna.

    • tatagioiosa ha detto:

      Grazie Lizzina, mi sembra un quadro molto ben motivato dell’uno e dell’altro aspetto. Inoltre, in qualche modo, siete un caso esemplare, perché nella stessa famiglia convivono la dimensione cittadina e quella di campagna/provincia.

Scrivi una risposta a tatagioiosa Cancella risposta